Camera review: Ricoh R1

Ciao a tutti!

Oggi vi parlo di una splendida fotocamera compatta: la Ricoh R1.

Una fotocamera davvero compatta, leggerissima, veramente tascabile!

Guardatela messa a confronto con il classico contenitore delle pellicole 35mm !

Ha un bellissimo obiettivo da 30mm f/3.5, con la possibilità di commutarlo, tramite un selettore posto sul dorso della fotocamera, in un 24mm f/8. La qualità do questo obiettivo è molto alta, come da tradizione Ricoh. Dispone di autofocus su 3 punti, una caratteristica rara da trovare su una compatta. Esposizione automatica, e guardando i negativi, espone sempre in maniera corretta, anche in condizioni di luce difficili. Appena viene caricato il rullino, viene completamente svolto, quindi la prima foto che verrà scattata è la numero 36, nel caso di una pellicola da 36 pose.

Sul pannellino LCD posto sulla fotocamera (tra l’altro di dimensioni generose), sono visibili gli scatti rimanenti. Questa particolare caratteristica consente di non bruciare le foto scattate nella malaugurata ipotesi che il dorso venga accidentalmente aperto quando è presente la pellicola nella fotocamera.

Una funzione interessante che ha questa fotocamera, è la modalità “ritratto super night”. In pratica, in condizioni di luce molto basse, la fotocamera scatta una prima foto senza flash, con un tempo di scatto lungo e messa a fuoco su infinito; successivamente scatta un’altra foto con il flash e mettendo a fuoco il nostro soggetto della fotografia: praticamente una doppia esposizione con…due esposizioni differenti…una caratteristica molto molto particolare!

L’ho caricata con un rullino Iford HP5+, sviluppata con il Bellini Ecofilm 1+1. Ho ottenuto degli ottimi negativi, facilmente stampabili, ed esposti correttamente.

Vi lascio qualche immagine di una passeggiata a Rocca San Giovanni (CH), uno dei borghi più belli d’Italia.

Ciao a tutti! :-)))

Franco.

Negativi…ritrovati

Oggi vi scrivo di un importante ritrovamento che riporta alla mente la funzione principale della Fotografia: la memoria. Sempre nelle mie escursioni online alla ricerca di oggetti legati al mondo della Fotografia, mi sono imbattuto in una piccola agenda fotografica del 1936, con tanto di libricino con delle istruzioni per poter sviluppare a casa i propri rullini fotografici.
Questi anziani manuali d’istruzioni hanno un che di affascinante, sono molto dettagliati, spiegano ogni passaggio in modo preciso; questo succedeva un pò con tutti i manuali in genere… Oggi siamo abitati in maniera totalmente diversa, anzi, quasi non troviamo più le istruzioni, ma veniamo indirizzati verso un manuale in formato pdf, oppure in una qualche pagina di chissà quale sito internet.
La curiosità era tanta, l’occasione era ghiotta, ed anche questa volta, come per la tank Kodak dell’articolo precedente, ho acquistato il diario per la folle cifra di 1,12 euro! Sono rimasto in attesa per circa 10 giorni fino a quando, finalmente, è arrivato il pacchetto da Glasgow.
Ecco, vi presento questa piccola agenda:

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La prima cosa che posso notare, è l’estrema cura nella realizzazione di questo prodotto, veramente un oggetto di altri tempi! L’agenda non è stata utilizzata, non ci sono appunti, disegni o qualsiasi altra dicitura. L’agenda è piena di consigli su come inquadrare, come calcolare l’esposizione, come procedere allo sviluppo delle pellicole: una fonte di informazioni preziose!
Ora veniamo alla parte…più importante…
Ad un certo punto ho notato, come dire, un rigonfiamento in una tasca, ricavata alla fine dell’agenda, cosa trovo? Dei negativi!!

 

Subito noto una dominante color magenta, segno evidente di un cattivo bagno di fissaggio durante il trattamento di queste pellicole. Mi metto subito al lavoro per effettuare un nuovo fissaggio fresco e un lavaggio a regola d’arte.

 

I negativi adesso hanno un aspetto decisamente migliore e si conserveranno ancora per tantissimo tempo.
Lo ripeto sempre, con il rischio di diventare monotono, abbiate cura delle vostre fotografie, del vostro archivio, delle vostre foto di famiglia (soprattutto!). Il loro valore è più grande di quello che pensate, sono ricordi che nel tempo acquistano sempre più valore. Oggi fotografiamo con i nostri fantastici, comodi smartphone, ma basta pochissimo per perdere tutto. Stampate, create il vostro scrigno dei ricordi, e vedrete che che acquisterà una vitalità che non immaginate.
Di seguito troverete le fotografie che ho trovato nel diario, sarebbe bello poter rintracciare i proprietari (o i discendenti), per poter riconsegnare questo tesoro.
Grazie a tutti per aver letto questo articolo.
Franco.

 

 

Film Kodak Tank

Pochi giorni fa, durante i miei soliti giri online alla ricerca di oggetti legati al mondo della fotografia, mi sono imbattuto in una bellissima tank per pellicole marchiata Kodak. Così le avevo viste solo in foto, ma in vendita non mi era mai capitato di vederla.

L’occasione era allettante, in asta a 0,99 sterline! Scaduta l’asta, mi sono aggiudicato l’oggetto per…0,99 sterline l’equivalente di 1,12 euro. Direi un ottimo affare!!

Dalle foto allegate nell’inserzione, ho potuto notare che aveva bisogno di “cure ricostituenti”: il legno si presentava molto molto asciutto, secco direi, ed aveva anche un angolo spezzato, ma il pezzetto mancante era comunque presente.

Appena arrivata a casa, ho iniziato insieme a mio padre, l’opera di restauro: incollaggio della parte rotta, nutrito il legno con 4 mani di gommalacca, lucidate le 2 piccole manovelle che servivano ad avvolgere la pellicola nella particolare spirale, e così questo pezzo di storia fotografica è tornato a vivere!!

Ho fatto qualche ricerca online, ed ho scoperto che è stata prodotta dal 1907 al 1920 e, da come ho capito, serviva a sviluppare a casa, in modo semplice, le proprie pellicole. Ecco una pubblicità del 1914:

KodakTankAdSempember1914

Queste due illustrazioni fanno capire il principio di funzionamento:

 

In pratica, consentiva di “svolgere” il rullo (presumo di formato 120), e di avvolgerlo in una spirale per consentire così, lo sviluppo della pellicola. Un principio di funzionamento semplice!

Per chi come me è appassionato di fotografia e di storia della fotografia, credo sia un dovere recuperare oggetti come questo, capire il loro funzionamento, farli conoscere, ed averne un profondo rispetto.

Qui di seguito potete vedere le fotografie della tank a “lavori” ultimati:

 

Grazie a tutte le persone che hanno avuto la curiosità di leggere questo articolo!

A presto!!  🙂

Franco.